L’addio a Eco, Pisapia: «Ora siamo più poveri».
L’uscita del libro postumo, ‘Pape Satàn Aleppe’, anticipata al prossimo weekend. L’intellettuale è morto a 84 anni nella sua casa di Milano. Martedì l’addio secondo un rito civile: il saluto a partire dalle 15.
Milano era la sua città d’adozione e a Milano è morto, nella sua casa di piazza Castello. Umberto Eco, scrittore, studioso, intellettuale, uomo di sterminata cultura e genio del sapere è venuto a mancare a 84 anni, dopo due anni di malattia. Il saluto, secondo il rito civile, sarà martedì 23 febbraio al Castello Sforzesco che Eco poteva vedere dalla finestra di casa sua. Qui alle ore 15 verrà portato il feretro. La moglie Renate e la figlia Carlotta hanno lasciato l’abitazione solo per poco più di un’ora per fare un sopralluogo in vista della cerimonia funebre. Nessuna dichiarazione, ma hanno raccolto una rosa bianca che qualcuno aveva lasciato per omaggiare la memoria di Eco.
«Una vita profondamente laica». A rendere pubbliche le volontà della famiglia è il suo curatore editoriale, Mario Andreose, che con Eco ha condiviso l’avventura editoriale La nave di Teseo. Lo ha detto uscendo dalla casa di piazza Castello, dove ha fatto visita ai suoi familiari: «I desideri di Eco erano coerenti con la sua vita che è stata profondamente laica». Vittorio Sgarbi, fratello di Elisabetta, che insieme a Eco aveva dato vita alla casa editrice La nave di Teseo, chiede i funerali di stato: «Chiedo al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio di proclamare i funerali di Stato per Umberto Eco quale testimone universale della grande civiltà italiana».
L’ultimo libro a maggio. Andreose ha annunciato anche che l’ultimo libro di Eco, la raccolta ‘Pape Satàn Aleppe’, uscirà molto preso per La nave di Teseo. L’uscita, inizialmente prevista per maggio, è stata anticipata al prossimo weekend. Raccoglierà ‘Le bustine di Minerva’ (la rubrica di Eco sull’Espresso) dal 2000 a oggi. L’ultima, quella del 27 gennaio, era dedicata alla mostra sul bacio di Hayez. Un libro che riassume l’ultima pagina della verve polemica di Eco, tra i primi a lanciare un appello firmato da molti scrittori per non lasciare che Mondadori divorasse Rizzoli. Polemica da cui nacque, appunto la casa editrice La nave di Teseo, di cui Eco era anche socio insieme a Elisabetta Sgarbi.
«Lavoratore instancabile». «Ha lavorato fino all’ultimo – ha raccontato ancora Andreose – tranne gli ultimi tre o quattro giorni. Abbiamo visto le bozze, la copertina e la grafica. Negli ultimi due anni, in cui cominciava ad avere qualche problema di salute, ha sempre continuato a lavorare. Scriveva, scriveva, era un lavoratore formidabile». Nel libro postumo «ci saranno – continua Andreose – il costume, la storia degli ultimi 15 anni, tanto che il sottotitolo è ‘Cronache di una società liquida’. Tra le varie parti del libro, alcune delle quali «sono di pura comicità», Andreose vuole ricordare quelle in cui Eco «analizza l’identità di Papa Francesco: per lui non è un gesuita argentino ma paraguaiano perché i gesuiti nel 1.600 andarono in Paraguay come consulenti degli indios Guarani per sottrarli alla schiavitù dei colonizzatori. Aveva grande stima di questo Papa».
Pisapia: «Milano è triste e più povera». A scriverlo su Fb è il sindaco Giuliano Pisapia che continua: «Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano, uomo di sterminata cultura e di grande passione politica. Milano senza di te è triste e più povera. Ma Milano è orgogliosa di essere la tua amata città».
Molto legato a Milano. Eco era molto legato a Milano. Ancora Andreose racconta che «andava in giro con i nipotini a fargli vedere i Navigli o la chiesa di San Bernardino. Era presidente dei bibliofili milanesi, amava frequentare le biblioteche e la domenica passeggiava tra i mercatini artigiani di piazza Cordusio».
L’intervento a Expo. La sua vita era intimamente legata a Milano dove, nato ad Alessandria, arrivò negli anni ’50. E proprio la Milano di un tempo fu citata da Eco quando festeggiò la vittoria di Pisapia alle Comunali del 2011. Intervenendo dal palco di piazza Duomo, l’intellettuale disse: «Finalmente, sull’orlo degli 80 anni, ritrovo la Milano di un tempo». Tra gli ultimi interventi pubblici quello a Expo, dove intervenne al summit dei ministri della Cultura, e in occasione anche della visita del presidente francesce Francoise Hollande.